giovedì 23 ottobre 2008

Uno strano caso

Non avrei mai dovuto accettare questo caso. Un buon investigatore sente sempre l'odore di marcio in certe situazioni, e io avevo sentito odore di fertilizzante misto ad uffici di banca non appena il signor Bopkins entrò nel mio studio. Si proprio lui, Sirius Bopkins, l'uomo più ricco e potente della città. Possiede tutto quello che si può possedere: terreni, fabbriche, industrie, palazzi, banche, televisioni e un gruppo di ambulanti molesti che non ti lasciano in pace al ristorante se prima non comperi una delle loro rose fluorescenti (anch'esse di proprietà di Bopkins ovviamente).
“È lei Jack Black, l'investigatore privato?” chiese non appena varcata la soglia.
“Si sono io” risposi sorpreso di vederlo fuori dalla TV - lo facevo più bidimensionale - pensai.
“Si dice in giro che lei sia capace di risolvere anche i casi impossibili.”
“Una volta aiutai Moccia a ritrovare l'ispirazione per i suoi romanzi. A posteriori però non lo giudicherei un successo.”
Lo invitai ad accomodarsi e mi accorsi subito che doveva trattarsi di qualcosa di molto importante. Una certa tensione traspariva dal tono della sua voce e anche l'abbinamento dei calzini era preoccupante. Gli versai uno scotch e mi tolsi le scarpe per metterlo a suo agio, proprio come consiglia Il Manuale del buon detective.
“Mi dica di cosa si tratta.”
“Ho bisogno che lei rintracci qualcuno per conto mio. È una questione molto importante e piuttosto riservata.”
“Non si preoccupi, so come non dare nell'occhio. Ho un esperienza decennale accumulata nelle docce dei migliori college femminili.”
“Eccellente. Voglio che lei rintracci la mia Etica. Ho commesso l'errore di tirarla in ballo davanti a un sacco di persone e adesso tutti si aspettano che io mi presenti sempre in pubblico con lei. Il problema è che io non ho la minima idea di dove sia finita. Ho chiesto a tutti i miei più stretti collaboratori ma nessuno ne sa niente.”
“La sua Etica - interessante, conti su di me.”
“Si, ma non voglio che si sappia in giro. Per un uomo nella mia posizione sarebbe la rovina. Perderei la fiducia della gente.”
“Non mi preoccuperei troppo della gente se fossi in lei. Non si accorgerebbero neanche di avere un elefante in casa a meno che non lo dica la TV.”
Così iniziai a occuparmi di questo caso. Non tanto per i contanti, pagati in anticipo, che mi avrebbero permesso di estinguere debiti con l'allibratore e con il mio assicuratore (che poi erano la stessa persona), quanto per l'occasione di misurarmi con un impresa davvero ardua. Più difficile della volta in cui un tale mi chiese di pedinare una gallina perché era convinto che lo tradisse con il suo migliore amico.
Bopkins non seppe dirmi nulla di rilevante riguardo questa Etica, così decisi di far partire le ricerche dalle sue aziende. L'intenzione era quella di scovare informazioni tra i collaboratori e i dipendenti. Forse qualcuno si ricordava della sua Etica o magari ci aveva scambiato quattro chiacchiere alla macchinetta del caffè.
Per infiltrarmi senza destare sospetto, mi travestii da giornalista: giacca di tweed, taccuino nero Moleskine e lingua felpata. Un travestimento perfetto. Mi avrebbero persino scambiato per il direttore di telegiornale non fosse stato per i pollici opponibili e una peluria meno invadente.
Mi ci volle un mese per girare tutte le aziende e le società di Bopkins ma non ottenni nulla, eccetto buoni sconto per shampoo in alcuni saloni da coiffeur. Come se non bastasse, Bopkins aveva deciso di controllare i miei progressi e settimanalmente mandava alcuni suoi portaborse che all'ultima visita non solo si informarono sulle indagini, ma ritennero opportuno sondare la resistenza del mio mobilio con l'ausilio di una mazza da cricket.
“La prossima volta toccherà alla tua testa!” mi intimarono con accento mafioso.
“Non siate così precipitosi. Per la prossima settimana avrò di certo qualche informazione o al massimo un casco” balbettai io.
“Sarà meglio per te. Bopkins non ha più voglia di aspettare.”
Ero nei guai. Nessuno aveva visto questa stramaledetta Etica, Bopkins mi tallonava e io non avrei più potuto lavorare in questa città con quella mazza da cricket che fuoriusciva dal mio cappello.
Non rimaneva che dare un'occhiata nella casa di Bopkins, nonostante lui sostenesse di aver già cercato invano. Però secondo Il Manuale, in casi come questi, l'oggetto o la persona scomparsi si trovano sempre nel raggio di pochi metri da chi li cerca, in fondo al cassetto o nella tasca dei pantaloni dentro la lavatrice. Così mi diressi alla villa e rimasi parcheggiato per ore in attesa del momento migliore per intrufolarmi.
Elusi facilmente la sorveglianza delle guardie e dei cani utilizzando sonniferi e bistecche. I sonniferi per i cani. Scavalcai la recinzione come un ninja che scavalca una recinzione e puntai diritto verso l'edificio. Era la villa sbagliata.
Tornai indietro. Scavalcai di nuovo la recinzione come un ninja che scavalca di nuovo una recinzione perché ha sbagliato villa, e andai alla casa di fronte. Niente cani questa volta. Al guinzaglio delle guardie c'era un branco di avvocati. Non era certo la mia serata fortunata.
Senza perdermi d'animo pensai che avrei potuto convincere gli avvocati che le guardie volessero far causa a Bopkins per mobbing. E così feci.
Approfittando della rissa che avevo scatenato, superai il cancello e corsi verso una finestra insperabilmente aperta ma, una volta entrato in casa, restai di sasso innanzi a ciò che non mi sarei mai aspettato.
Una ragazza stupenda, bionda e in lingerie mi stava fissando. Era Jenna, la figlia di Bopkins. Un vero schianto. Una femmina così sexy da togliere il fiato non solo a te ma anche al tuo uccello.
Per non sembrare un idiota farfugliai: “sei la ragazza più bella che io abbia mai visto fuori da internet.”
“Anche tu non sei male, a parte il fatto che non ti conosco e che passi dalle finestre.”
“Oh, ma quello è un vezzo. Prima passavo per i camini ma d'inverno la gente si ostina ad usarli e ho dovuto smettere.”
“Ti andrebbe di scoparmi?” disse, sdraiandosi sulla chaise longue di uno splendido divano in pelle ariana.
“Cosa?” balbettai io ingoiandomi il cappello.
“Ti ho chiesto se ti va di scoparmi.”
“Ma ti porti a letto tutti quelli che passano dalle finestre?”
“No. Solo quelli che non conosco.”
La situazione aveva del surreale. Una parte di me voleva essere professionale e non mischiare il lavoro con il piacere. L'altra parte, quella inferiore, avrebbe voluto invece tuffarsi tra le sue tette in omaggio al carpe diem oraziano e ad uno speciale di Playboy dell'87 che avevo fatto incorniciare.
Ero molto combattuto. Il Manuale d'altro canto parlava chiaro: non è deontologico avere rapporti sessuali con i familiari del proprio cliente, soprattutto mentre si sta discutendo dell'onorario.
Non potevo cedere alla tentazione. Dovevo concentrarmi esclusivamente sul caso.
E mentre ero lì che mi accendevo una sigaretta dopo quattro ore di sesso selvatico, lei mi guardò e disse: “So perché sei qui. Stai cercando l'Etica di mio padre.”
In quel preciso momento, come in una sorta di flashback, mi tornò tutto in mente: la mia indagine, Bopkins, le aziende, i portaborse, le ville, i cani, le tette, il cricket!
Pensai che di lì a qualche ora Bopkins si sarebbe presentato nel mio ufficio, attorniato dai suoi gorilla, smanioso di vedere i frutti del suo investimento; e io non avevo trovato nulla.
Chiesi disperatamente a Jenna di dirmi tutto quello che sapeva riguardo a quella dannata Etica.
“So quello che mi ha raccontato mia madre” disse lei. “Si tratta di una vecchia storia risalente ai tempi in cui mio padre si esibiva come sguattero sulle navi da crociera e nel tempo libero truffava i passeggeri anziani subaffittando le sdraio sul ponte. Già allora la sua Etica non riusciva a sopportare quello stile di vita e finì col gettarsi in mare.”
“Una storia interessante. Ma non mia aiuta di certo a portare a termine l'incarico.”
“Cavoli tuoi. Adesso però sloggia che tra poco arriva il mio maestro di yoga agonistico.”
Mi rivestii in fretta pensando ad una soluzione che avrebbe lasciato al contempo Bopkins soddisfatto e me vivo. Guidai fino al mio studio ma non feci in tempo ad entrare che bussarono alla porta: era Bopkins.
“Salve signor Bopkins, come va? Vedo che ha portato i ragazzi.”
“Taglia corto Black! Ho la limousine in un parcheggio per handicappati. Hai o no quello che ti ho chiesto?”
“Si, certamente!” Stavo bluffando. Non avevo neanche una balla da raccontargli figuriamoci la sua Etica. Non potevo dirgli per l'ennesima volta che non avevo trovato niente perché mi avrebbe fatto uccidere. Ma non potevo neanche dirgli della storia che mi aveva raccontato la figlia dopo essermela scopata perché mi avrebbe fatto uccidere con le sue mani.
“Vado subito a prenderla” dissi. E mi infilai nel bagno in tutta fretta.
E mentre ponderavo se scappare attraverso il water o dimostrare maggiore dignità infilandomi nel condotto di areazione, lo sguardo mi cadde su una saponetta bianca a forma di koala che faceva capolino da una mensola vicino al lavabo. Pensai che forse avrei potuto fregare Bopkins. Sin dal primo giorno non mi era sembrato molto pratico della sua Etica dato che non era neanche riuscito a descrivermela.
Così presi la saponetta e una discreta dose di coraggio in polvere, e tornai nell'altra stanza.
“Eccola qua la sua Etica signor Bopkins!” esclamai con un sorriso naturale come una paresi.
“È proprio sicuro che si tratti della mia Etica?”
“L'ho trovata in un vicolo che organizzava un giro di elemosine con alcuni falsi invalidi. Non può che essere lei.”
“Si, in effetti ha qualcosa di familiare” proferì Bopkins in un sollievo che rilassò il lifting del suo viso.
Non potevo crederci, ci era cascato! Un altro caso impossibile brillantemente risolto. E come declama Il Manuale, quello che conta è la soddisfazione del cliente.
Bopkins fu talmente contento di riavere la sua Etica che si ripromise di portarla sempre con sé, nella tasca destra dei pantaloni. Spero solo non si dimentichi di tirarla fuori prima di metterli in lavatrice, perché la garanzia dell'agenzia non copre questo tipo di eventi.

 
(pics di Ste)


***
Scritto appositamente per ScaricaBile. Il nuovo pdf satirico. Andate a scaricarlo su...

ScaricaBile