martedì 27 gennaio 2009

Le scimmie religiose

Un team di ricercatori dell'università di Copa Cabana, ha condotto un interessante studio su un gruppo di cebi adulti ai quali sono stati insegnati i rudimenti delle tre principali religioni monoteiste. Il lavoro dei ricercatori ha richiesto alcuni mesi per inculcare ai tre gruppi di scimmie tutte le varie e pittoresche regole delle tre religioni. I cebi, che posseggono un cervello molto simile a quello di molti esseri umani e più sviluppato di alcuni parlamentari, hanno però dimostrato di essere molto recettivi ai dogmi e, già dopo sole due settimane di insegnamenti, i tre gruppi di scimmie discutevano animatamente sulla figura di Gesù; se costui fosse un profeta, il figlio di dio o la prima rock star della storia.

Ad ogni modo, al termine della catechesi, i ricercatori hanno potuto notare, con discreta soddisfazione, mista a pacche sulle spalle e svariate pinte di birra, che gli esemplari di tutti e tre i gruppi erano stati trasformati con successo in assidui praticanti: le scimmie cattoliche non andavano mai a messa adducendo le scuse più incredibili, quelle musulmane si mettevano tutti i giorni, a una certa ora, a pecorina verso La Mecca, e quelle ebraiche al sabato non facevano assolutamente nulla, a meno che non ci fosse qualche palestinese a cui tirare palline di cacca.

L'attenzione dei ricercatori si è concentrata in particolare sulla scimmie cattoliche, le quali si davano un sacco di arie, sostenevano di non avere niente a che fare con l'evoluzione dell'uomo e in particolare con quella di Calderoli. Ma la cosa più insopportabile per gli scienziati era il dover sopportare le loro continue lamentele sulla conduzione dei test che, secondo le pelose credenti, li avrebbe condotti all'inferno. Relativamente poi all'interazione con gli altri due gruppi, le cattoliche passavano le giornate ostentando la loro tolleranza e la loro carità porgendo in dono alle altre scimmie tutte le banane troppo mature.

Ad oggi, i ricercatori stanno continuando ad osservare il comportamento di queste scimmie con lo scopo di trovare una cura valida e definitiva per questo tipo di malattie. 
 
 
***
Pezzo uscito per ScaricaBile N/8
 

Incredibilmente premiato al concorso "Olio di Satira" 2009

martedì 13 gennaio 2009

Risiko!


Durante queste feste natalizie ho giocato spesso a Risiko, il famoso gioco da tavolo che ha come argomento una guerra tra nazioni. L'ideale insomma per vivere appieno lo spirito natalizio.
Scopo del gioco è il raggiungimento di un obiettivo predefinito, segreto e diverso per ciascun giocatore, che può consistere nella conquista di un certo numero di stati, nella conquista di due o più continenti o nell'annientamento con sberleffo di un giocatore di religione diversa.
Ciascun giocatore comanda un gruppo di armate, identificate tramite dei piccoli carri armati di plastica colorati, con le quali occupa i territori del tabellone, attacca i territori occupati dagli altri giocatori e si difende dagli attacchi. Nel Risiko la “difesa preventiva” non esiste, o meglio esiste ma per evitare confusione si chiama “attacco”.

Non tutti i giocatori, durante lo svolgimento della partita, hanno però lo stesso numero di armate ed è questo che rende interessante il gioco. Chi ha più carri armati in genere può farsi beffa di chi ne possiede meno, in termine tecnico si chiama "capitalismo" o anche "democrazia".

Oltre ovviamente all'intelligenza strategica (cioè attaccare i più deboli), anche la sorte ha un ruolo molto importante nel gioco, dato che gli scontri tra armate attaccanti e difendenti si svolgono tramite il lancio di alcuni dadi. Se ai dadi risulti essere abbastanza fortunato, puoi vantarti affermando che il tuo dio è il più figo, anche se chi perde tenderà a non ammetterlo facilmente (un buon motivo per continuare ad attaccarlo). Al massimo lamenterà che la sua sfortuna dipende dal fatto che il suo dio al momento è in vacanza ai tropici con Frattini o è rimasto imbottigliato nel traffico, e che alla fine fa tutto parte del suo divino e misterioso puzzle ravensburger.
All'inizio della partita ciascun giocatore riceve una carta scelta a caso dal mazzo degli Obiettivi; su tale carta viene riportato lo scopo del giocatore.
L'obiettivo deve essere mantenuto segreto per evitare che gli altri giocatori o le organizzazioni internazionali facciano di tutto per evitare che sia raggiunto; un informazione distorta, per dissimulare il proprio obiettivo, è fondamentale per vincere una partita, ma purtroppo nella scatola non sono inclusi né certi direttori del telegiornale, né falchi neo-con.

Insieme alla carta Obiettivo, ciascun giocatore riceve alcune carte Territorio sulle quali sono appunto scritti i territori sui cui disporre le proprie armate. A differenza della realtà, nel Risiko le statuizioni delle carte vengono rispettate. Durante le partita, però, ciascun giocatore può con qualunque scusa conquistare un territorio altrui attaccandolo con le proprie armate. Le scuse più gettonate per l'attacco sono: "in quel territorio hanno armi di distruzione di massa, e anche diverse fiction prodotte dalla Rai", oppure "il vostro dio ha rigato la macchina al nostro dio, dobbiamo pur difenderci!", o anche "il vostro territorio galleggia sopra il nostro petrolio".
La partita termina non appena uno dei giocatori raggiunge il proprio obiettivo mentre tutti gli altri “rosicano” di brutto (infatti secondo me dovrebbero modificare leggermente il nome del gioco).
Questo grosso modo è il Risiko, un gioco divertente fino a quando lo fai su un tavolo e a soffrire sono solo i tuoi amici. Peccato che spesso molte persone ci giochino nella realtà, così tanto per dare prova di quanto sia superiore e intelligente la razza umana rispetto alle altre creature terrestri. Inoltre, esattamente come nel gioco, ogni tanto c'è qualcuno che cerca di barare con il numero delle armate; in questi casi basta solo stare attenti: se gridano e piangono, non sono carri armati.

***
Questo pezzo era su ScaricaBile N/7. Se ve lo siete persi siete degli osservatori internazionali

ScaricaBile