mercoledì 2 dicembre 2009

Benedetto XVI, l'anima ariana del rap

[tratto da ScaricaBile24]


La piazza è gremita. Fans dappertutto, pure a cavalcioni sopra le statue. Striscioni e acclamazioni come se piovesse. Tutti lo stanno chiamando ad alta voce. E alla fine eccolo uscire sul palco, avanzare con passo felpato e ritmico, salutare i fratelli con quei suoi strani gesti delle mani che piacciono tanto ai giovani d'oggi. "Cristo sia con voi bro-thers!" – esclama, togliendosi il camauro e lanciandolo sulla folla – "Il signore vuole vedervi saltare mo-ther-fu-ckers!". Il pubblico è già in delirio e lo show non è ancora iniziato.
Per chi non l'avesse ancora capito stiamo parlando di B.XVI. "The man in white". L'uomo con così tanti anelli e collane d'oro che farebbero invidia persino a Snoop Dog (al quale peraltro dice di ispirarsi).
Benedetto Decimosesto non è un rapper come gli altri. Niente affatto. Il suo slang "old style" (con quell'accento che fa molto terzo reich) è diverso rispetto a quello "ghetto style" a cui gli altri grandi rappers ci hanno abituati. La sua musica è come un concerto di unghie sulle lavagna. E adesso è tornato a graffiare, più affilato che mai, con un nuovo album: “Alma Mater. Music from the Vatican”. Benedetto XVI canta le sue rime in diverse lingue, sopra basi classiche del mood cristiano come il canto gregoriano e la musica sacra moderna.
Lo scopo di questo Cd – ha detto durante la presentazione padre Georg, spalla e dj personale di Ratzinger – è quello di sperimentare, attorno all’ispirazione fondamentale delle parole del Papa dedicate a temi mariani, la possibilità di un nuovo linguaggio: un sound che spacca per portare un messaggio di saggezza e spiritualità in ogni cazzo di Ipod”.
Il papa (come ama farsi chiamare dai suoi fans) è sempre stato attento anche alle nuove tecnologie. Ad esempio fu uno dei primissimi utenti a navigare tra le foto di Pamela Anderson, e di recente ha cominciato a sostenere di parlare con Dio via Skype.

Benedetto Decimosesto (all'anagrafe Joseph Alois Ratzinger) si definisce il rapper di Cristo. "Un umile rimaiolo nella CREW del Signore", per usare le sue parole. Nato nella provincia germanica, con tanta voglia di spaccare tutto, Ratzinger oggi è una leggenda vivente e una star in ascesa. A 82 anni, per uno che crede nella vita eterna, si sente ancora un giovincello.
Dall'arruolamento (peraltro obbligatorio all'epoca) nella Hitlerjugend, al soglio pontificio la strada è stata lunga e strana. Ma lui, quando racconta la sua vita, lo fa con una serenità disarmante. Tutto sembra essergli successo per caso e agli occhi di tutti appare solo un nonnetto tremendamente simpatico, agitato e casinista, che ama la musica e dice di essere solo capitato nel funerale giusto al momento giusto.
Ma dietro al fenomeno "Papa-Ratzi" c'è dell'altro. Qualche cifra per capire: un miliardo di euro dai versamenti dell'otto per mille; 650 milioni per gli stipendi degli insegnanti di religione; 700 milioni per le convenzioni su scuola e sanità; 250 milioni per il finanziamento dei Grandi Eventi. E tutto questo grazie al suo attivissimo fan club: lo stato italiano. Un portafoglio che si aggira sui 4 miliardi di euro, e che ovviamente gli fa un notevole bozzo dentro al taschino della giacca. Una somma che solo per un quinto viene destinata a interventi di carità e di assistenza sociale, il resto nel suo pantagruelico guardaroba per gli spettacoli.

Spacciandomi per un giornalista del mensile Rolling Stone, mi sono procurato la possibilità di intervistare Benedetto XVI. Non è stato difficile. Mi è bastato ungere un paio di alti prelati infilando nella tasca della loro veste dei bambini lapponi.
E così mi sono ritrovato in una grande sala con il tetto affrescato come un bordello thailandese, ma ma senza elefanti. Dopo una ventina di minuti ecco arrivare lui, la star. Quattro guardie svizzere lo scortano attraverso la porta sino al piccolo trono posto al centro della stanza. Le guardie, poi, mi invitano gentilmente con l'alabarda ad inginocchiarmi su un tappeto ricoperto di ceci. Molli e marci (Ratzi è un innovatore). Dopo aver baciato tutti e undici gli anelli (?), l'intervista può cominciare.

 

Domanda: Santità, posso darle del tu?

B.XVI: Solo se hai già comprato il mio disco, figliolo.


D: La maggior parte della gente qui in Italia crede che questo sia il tuo primo album, in questi anni hai realizzato "Power Of The Dollars", che non è mai uscito, realizzato dai Trackmaster, poi "Guess Who’s Back" e "Fifty Is The Future" nel circuito indipendente, hai costruito la tua credibilità nel circuito dei mixtape e la gente sapeva che spaccavi ancor prima delle discografiche, è vero?

B: Assolutamente, sono stato in grado di utilizzare il circuito dei mixtape e far uscire miracolosamente il mio materiale, questo è il percorso per il successo… se non metti in circolazione con consistenza materiale di qualità, la gente, dopo, avrà paura di comprare il tuo disco.


D: Raccontaci com’è nata il tuo ultimo successo "Caritas in Veritate".

B: "Caritas in Veritate" è il primo pezzo che io e Dr.Dre abbiamo scritto insieme… la cosa pazzesca che non ho saputo finchè io, Eminem e Dr.Dre non abbiamo rilasciato insieme un’intervista per L'Avvenire, è che quando Dre lavorò con Eminem per "My Name Is" era la prima volta che Eminem e Dre facevano qualcosa insieme e fu anche in quel caso il primo singolo dell’album ad uscire… incredibile! Ma quello che è stato veramente difficile è stato uscire con il singolo dopo quel pezzo. "Caritas in Veritate" era andata così bene che ci eravamo preoccupati per il seguito e ci siamo detti "dobbiamo registrare altre tracce”, così sono andato a Los Angeles solo per cinque giorni e abbiamo scritto tipo otto encicliche.


D: Tu sai che ormai ti circonda la fama di gangster, quindi uno non si aspetta poi di vedere una persona così “cool” come hai dimostrato di essere dall’inizio di questa intervista.

B.XVI: Sai cosa, posso essere molto cattivo quando sono arrabbiato, molto agitato, devo provvedere a me in ogni caso, sai, il fatto che sono diventato papa ha cambiato la mia vita, le gente che mi circonda, la situazione finanziaria è cambiata, il mio stile di vita è cambiato, ma sicuramente c’è gente che fa delle cattiverie e si diverte a farle. Questa è la differenza tra una persona cattiva e una persona in una cattiva situazione… quando sono in una brutta zona dovrò provvedere a me stesso, fare quello che devo fare… ma per fortuna giro sempre con la papa-mobile, non sono in pericolo.


D: Un tribunale in Texas, in merito allo scandalo dei preti pedofili, ti voleva processare per "ostruzione alla giustizia" a causa delle disposizioni di riservatezza contenute nel tuo "De delictis gravioribus". In pratica, nei tuoi testi, invitavi a spostare i preti pedofili in altre diocesi piuttosto che consegnarli alla giustizia.

B.XVI: si, vero. Però adesso sono papa quindi ho l'immunità diplomatica. Come si dice dalle mie parti: Puppaaa!


A questo punto, Ratzinger ha tirato una leva posta a lato del suo scranno e io sono stato risucchiato dentro una botola. Buio. Al mio risveglio l'unica cosa che ricordo è il piede di una guardia svizzera che accompagnava il mio culo fuori dal confine vaticano.
Devo averlo fatto incazzare. E non ha neanche sentito le mie domande su omosessualità, contraccezione, AIDS, Africa, aborto, scienza, alieni e IOR!
Alla fine posso dirmi comunque soddisfatto. Non si è accorto che gli ho fregato un portacenere d'oro massiccio con dei rubini incastonati. Credo che valga quanto l'ultima manovra di Tremonti. Inoltre, ho avuto la mia intervista ed eventuali ritorsioni saranno fatte contro Rolling Stone. Eccellente.



Illustrazione di Perrotta

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