mercoledì 28 dicembre 2011

Sondaggio istantaneo sui lettori di Repubblica.it



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lunedì 28 novembre 2011

BiLe! il pdf satirico di cattivo gusto.

Colpevolmente ho abbandonato per diversi mesi questo blog. (Come se qualcuno ne avesse sentito la mancanza...). Mentre qui si formavano ragnatele e forattini alle pareti, dall'altra parte, abbiamo ricominciato a fare una pseudorivista in formato pdf. Gratis, ovviamente, come tutte le cose belle esistenti al mondo.

E niente, volevo solo dire che siamo arrivati al numero tre e che potete leggerelo nel widget qui sotto.
Per i numeri precedenti, invece, cliccate QUI


mercoledì 10 agosto 2011

Falcone & Sbirulino


(Corriere.it, 9 agosto 2011)

Parma, il parco cambia nome

i Vianello al posto dei giudici antimafia



parte la sigla di Blu Notte (di e con Carlo Lucarelli)
Questa è una brutta storia. Una storia nera con sfumature fucsia e verde pisello. Una storia italiana, insomma. Con sfumature verde pisello (questo è importante). Un parco di una famosa città emiliana, due coppie. Un uomo e una donna da una parte, due uomini dall’altra. Ma non ci sono auto parcheggiate e giochi di luce con i fari. Anzi, le auto ci sono ma sono saltate in aria, in un lampo di luce, tempo fa.

Ci sono misteri, nella storia d'Italia, che sembrano destinati a non avere mai soluzione. Sono quelli che coinvolgono ambienti diversi, diversi strati della società, diversi livelli, persone diverse, così che quando si comincia a scoprire qualcosa, a sollevare un angolo del tappeto che nasconde tutto, c'è sempre qualcuno, da un'altra parte, che quel tappeto te l’ha fatto comprare dicendoti – dai Carlo, ti ho detto che nel tuo studio ci vuole un tappeto. Guarda come si intona bene con le tende. – Quel tappeto però, oltre ad essermi costato quattromila euro, fa pure cagare e mi impedisce di girare per la stanza comodamente seduto sulla mia poltrona con le ruote. Ma questa è un’altra storia, non meno toccante e tragica.

Torniamo al parco. Avevamo lasciato lì le nostre coppie. Due coppie e un mistero inspiegabile. Se fosse un libro, infatti, sarebbe un best seller di Fabio Volo. Se fosse un film, sarebbe “Alex l’ariete”. Ma questo, purtroppo, non è un film. E il protagonista non è Alberto Tomba, anche se nella tomba, i protagonisti della nostra storia, ci sono finiti.

Spostiamoci adesso a Milano. Ospedale San Raffaele. C'è qualcosa di diverso nell'aria immobile e pesante. Un’aria gelida come durante una puntata di Zelig. Un odore aspro di letto metallico e candeggina economica. Un brivido elettrico che mostra una linea retta e si accompagna ad un suono costante. Tutti gli indizi lascerebbero pensare ad una normale cessazione delle funzioni vitali. Capita di continuo agli organismi biologici (per quanto una piccola parte di essi cerchi da secoli di aggirare il problema recitando oscure formule e tracciando strani simboli con le mani). Ma qualcosa non torna.

La morte di Raimondo Vianello è tutt’altro che un evento naturale come qualcuno si è impegnato a far credere. Lo sospetta subito sua moglie, Sandra Mondaini, la quale non si arrende e continua ad andare avanti pur sapendo che presto toccherà anche a lei.
Da li a poco tempo, infatti, la signora Sandra verrà trovata morta anch’essa in circostanze apparentemente normali, con indosso il suo famoso costume da Sbirulino.

Torniamo da Raimondo Vianello. L’avevamo lasciato intento a fare il cadavere all’ospedale San Raffaele. Ma c’è qualcosa di evidentemente sospetto. E non sono i conti del famoso policlinico. Raimondo giace disteso nel suo letto, con la stessa espressione basita e inebetita con la quale chiudeva ogni puntata di “Casa Vianello”. Sembra si sia spento serenamente. E invece no. C’è un particolare che non torna. Manca un oggetto. Un oggetto da sempre molto importante per Vianello. Nella camera non vi è nessuna traccia del giornale rosa che il comico portava sempre con sé e sul quale era solito annotare preziose informazioni come i numeri di telefono delle infermiere o altri più oscuri segreti. – Non si separava mai da quel giornale – ha sempre ripetuto la governante. Ecco, la governante è un pezzo importante di questo intricatissimo puzzle. Un puzzle che raffigura due gattini. Ma non sono due gattini normali. Si tratta infatti di due cuccioli di Khao Manee, una preziosa razza di gatti thailandese. Cosa c’entri tutto questo con la famiglia di flippini adottata dai coniugi Vianello? Assolutamente nulla. La governante, invece, è siciliana. Pare che sia stato Marcello Dell’Utri a presentarla alla coppia che da tempo cercava qualcuno che si occupasse di strigliare e portare al trotto il signor Raimondo.

Lasciamo per ora la governate e torniamo per un attimo alla signora Sandra. Ha da poco perso il marito. E’ sconvolta e comincia a temere per la sua morte. Ma non vuole darlo a vedere. Forse è per questo che decide di indossare il famoso costume di Sbirulino. Non lo faceva ormai da anni. L’ultima volta l’aveva indossato per gli spot elettorali di Berlusconi. Serviva un testimonial brioso e convincente per carpire la fiducia delle casalinghe di Voghera.

Doveva esplodere un’autobomba a Voghera. Ma quell’autobomba a Voghera non ci è mai arrivata perché è rimasta bloccata sulla Salerno-Reggio Calabria. Lo aveva rivelato la signora Sandra in un’intervista rilasciata pochi giorni prima di morire e mai andata in onda.
La governante, messa alle strette dagli inquirenti, ha successivamente rivelato che quell’autobomba doveva esplodere durante una cena di gala alla quale era stato invitato tutto il gotha della comicità italiana. Chi erano i mandanti di questa strage mancata resta tutt’ora un mistero. Chi c’è dietro la morte dei Vianello? Le frange deviate dei Servizi? Cosanostra? Pippo Franco? Sono tanti gli interrogativi che si aggrovigliano in questa brutta storia.

Ma adesso possiamo finalmente tornare al nostro parco nella città di Parma. Qualcuno si sta opponendo all’intitolazione a Sandra e Raimondo di questo parco. I soliti poteri forti vorrebbero mantenere il nome precedente, parco Falcone-Borsellino.
Tutti gli indizi sembrano portare verso la solita cospirazione all'italiana. La governante ne è convinta. - Qualcuno vuole ucciderli una seconda volta. Non è possibile, infatti, mettere a confronto due delle più coraggiose figure della televisione italiana, due simboli della lotta alla tristezza entrati nelle case di tutti gli italiani, due dei primissimi Paladini delle Libertà, con due semplici dipendenti pubblici, per giunta membri di una casta come quella dei magistrati, da sempre invidiosi dei personaggi di successo, tanto che stanno sempre lì ad intercettarli e a fare gossip coi nostri soldi. Due giudici che tralaltro sono decisamente sopravvalutati. Le loro vite, raccontate da varie fiction e film per la tv non hanno mai raggiunto i picchi di ascolto delle gag della Sandra e del Raimondo nazionali. -

Sono dichiarazioni forti. Parole scomode che forse faranno arrabbiare qualcuno. Qualcuno che potremmo chiamare mister X. O mister Y, perché no. O anche mister

\log_a\sqrt[k]{x} = \frac{1}{k}\log_a(x).\,\!
Ma questa, forse, è un’altra storia.



[illustrazione di Marco Tonus of course. Scritto per Bile! non è satira. è peggio ]


sabato 23 luglio 2011

Annunciazione, annunciazione

Oggi è una giornata pessima. Come quando scendi dal letto col piede sbagliato. O scendi col piede giusto ma dal letto sbagliato. O sali col piede sbagliato sul letto sbagliato. Ma queste sono altre storie. Ad ogni modo, data la colorazione marrone in toni pastello della mia giornata, avevo deciso di tirarmi un po' su di morale leggendo le ultime stronzate uscite dall'orifizio facciale dei politici nostrani, sapientemente raccolte ed educatamente riposte all'interno degli appositi quotidiani del giorno.

Ma oggi è una giornata pessima. Mancano, infatti, i titoloni sulle scaramucce tra il presidente degli erotomani vegliardi e il ministro delle facce buffe causa ictus (si, lo so. sono una persona pessima. risparmiate i commenti e andate avanti).
Come ho già detto, oggi è una giornata pessima. Niente LOL in prima pagina. E questo perché ci sono state una devastante esplosione ed un massacro in Norvegia che hanno completamente catturato l'attenzione dell'opinione pubblica e attivato i campionati nazionali di cordoglio dal trampolino. Si vede che siamo in Italia e non in Afghanistan. Ammettiamolo: non siamo gente abituata alle deflagrazioni e alle sparatorie ventiquattro ore al giorno. Ci costringerebbero ad alzare a palla il volume della TV e a non lasciare la macchina in doppia fila.

Tornando alle prime pagine sulla strage norvegese, non faccio in tempo ad asciugare le lacrime per le grasse risate suscitatemi dai sempre equilibrati Libero e Il Giornale (si, in genere li leggo di sfuggita. eravamo già rimasti d'accordo sul fatto che io fossi una brutta persona, no?) e il loro cavalcare l'ipotesi (subito smentita) di una possibile matrice islamica degli attentati, quand'ecco che mi imbatto in un articolo de La Stampa a firma di Lucia Annunziata. Ok, non mi ci sono imbattuto. Me l'hanno passato. Le balle servono a dare coerenza alla narrazione (tutti questi anni di Berlusconismo non vi hanno insegnato nulla?).


E' stato un cespuglio ardente a dirmi di uccidere tutta quella gente!
l'abito fa il monaco. ma anche il sociopatico.
Premessa: l'attentatore si chiama Andres Behring Breivik, ha 32 anni, vota a destra, crede che Gesù sia veramente il figlio nato tra Dio e una minorenne palestinese e, cosa più preoccupante, ha un pessimo gusto nello scegliere le foto da postare su facebook.
Ora, non voglio esprimere giudizi sui fondamentalisti cristiani (con la giusta dose di pillole possono essere anche simpatici da vedere), però devo ammettere che ho sempre pensato che far diventare Papa un ex militante della hitlerjugend avrebbe potuto creare qualche malinteso.

L'articolo della Annunziata si intitola “addio al mito del paese perfetto” e, checché ne dica Minzolini, il paese perfetto non è l'Italia. L'articolo inizia con un preambolo su quanto sia sempre stata cool la Norvegia secondo alcune classifiche dal nome inglese delle quali non ne è mai fregato un cazzo a nessuno, per poi entrare a bomba sull'argomento "islamofobia" (come aracnofobia, che significa avere paura dei ragni, solo che in questo caso sono i lettori del Corano ad avere otto zampe pelose da far ribrezzo). Lucia prosegue, poi, con una serie di numeri sciorinati per dire che in Norvegia ci sono 150 mila islamici su una popolazione di 5 milioni di abitanti (ovvero un misero 3%. personalmente mi fa più paura pensare che ci sono 913 mila abitanti nella provincia di Verona o di vivere a soli 185 Kilometri di distanza da oltre 120 mila bergamaschi) e poi, ecco, la "perla".

La conduttrice di in mezz'ora ci mette mezzo minuto circa per spiegare ai fortunati lettori che questa presenza “islamica”, cresciuta negli ultimi anni grazie al “buonismo” della società norvegese, non ha fatto altro che costituire un permanente elemento di frizione culturale ed è responsabile di aver causato una reazione “di destra” da parte di gruppi razzisti e violenti, nutriti da una nostalgia del caro vecchio nazionalsocialismo.
Che la Annunziata fosse strabica non è un segreto. Adesso peròla scopriamo sociologa e con un approccio didattico molto soft. Quel genere di soft che uno sente sotto il piede quando pesta una merda.
In pratica, in una quarantina di righe, Lucia ci tiene a trasmettere il seguente messaggio: ok, la bomba e la sparatoria sono opera di un biondissimo norvegese gesuomane. PERO' costui non avrebbe fatto nulla se nel suo paese non ci fossero persone di religione islamica a provocarlo con tutte quelle barbe, tutte quelle donne brune sempre coperte, quei loro kebab, i call center, gli abiti stravaganti e la lingua incomprensibile ma dal suono minaccioso.

Che dire? Grazie Lucia. Grazie per aver squarciato questo velo di Maya e per averci fatto vedere il quadro unitario delle relazioni sociali del nuovo millennio. Come abbiamo fatto a non capire, è tutta colpa degli islamici! Sono loro i veri responsabili degli attentati in Norvegia, del riemergere del nazionalismo di destra, della crisi dell'euro, della finanza di paranza, del depauperamento delle risorse energetiche, degli tsunami giapponesi, delle minorenni nel letto di Berlusconi, del cielo grigio su, e anche della mia giornata pessima. Sono rivelazioni. Anzi, annunciazioni.

venerdì 22 luglio 2011

I segreti segretissimi della Casta


- Le auto blu in realtà sono auto bianche riverniciate a spese dei contribuenti.

- Tutti i parlamentari hanno gratuitamente l'account premium su Megavideo.

- Nei bagni di Montecitorio usano carta igienica morbidissima ricavata dalla pelle di infanti di età compresa tra 8 e 24 mesi.

- Anche il più sfigato dei portaborse guadagna più di te. Si, proprio tu che stai leggendo in questo momento. Adesso incazzati e vai a commentare sul blog di BeppeGrillo.

- Dentro Montecitorio hanno l'ufficio postale, il barbiere, le boutique e persino il kebabbaro. Tu, invece, hai a stento il distributore di caffé annacquato.

- In Italia il numero dei parlamentari è di 945 eletti più 6 senatori a vita, per un totale di 951. Questo vuol dire che c'è un parlamentare per ogni 63.829,55 abitanti circa. Peccato che i poteri forti faranno di tutto per non farvi mai scoprire a quale parlamentare siete stati assegnati. Sapevatelo.

- Nei bagni di Montecitorio hanno il distributore di preservativi. E' subito di fianco al distributore di donne nude.

- Stella e Rizzo sono solo invidiosi.

- Ogni parlamentare non solo può viaggiare gratis sugli aerei Alitalia, ma può persino portare in cabina un bagaglio a mano del peso di 45 chili.

- PierFerdinando Casini ha il pisello piccolissimo.


giovedì 26 maggio 2011

Islamozingarostalinista

Questa campagna elettorale ha rotto il cazzo. (Forse però mi conveniva iniziare il pezzo in maniera più soft...)
La Moratti e Pisapia hanno rotto il cazzo.
Per come la vedo io, le elezioni servono solo a sostituire vecchi culi, ormai consunti dal continuo attrito linguale, con nuove chiappe flosce pronte per essere umettate. Diciamoci la verità: a prescindere da chi vincerà, l'unico culo asciutto resterà il vostro (con la possibilità, per i più fortunati, di vederlo trasformato in un carnoso parcheggio per auto blu).
Che me ne faccio del Premier che salta fuori durante il meteo per ricordarmi quanto sarebbe meglio votare la Moratti per non trasformare Milano in La Mecca? Io abito a Torino, che me ne frega?
Per non parlare degli altri 59.280.942 non milanesi che adesso pensano che dall'elezione del sindaco di Milano dipenda il futuro della Terra di Mezzo o la sopravvivenza del genere umano.
Ad ogni modo, qualcosa da salvare in tutto questo c'è. Ne discutevo l'altro giorno col mio gatto (si chiama Mariano ed è un esistenzialista). Il programma di Pisapia, per come ce lo hanno raccontato quelli del centrodestra, non è poi malaccio, anzi.
Con Mariano abbiamo quindi deciso di rivedere il programma elettorale di Pisapia apportando qualche modifica. La cosa ci ha portato via un pomeriggio intero che avremmo potuto dedicare ad attività più proficue. Ad esempio, la pianificazione dello sterminio di massa degli anziani che rallentano la coda alla cassa del supermercato. Però ne è valsa la pena.
Anche Pisapia ne è rimasto entusiasta. Dopo il quinto Cynar.
Ecco dunque il nuovo programma. Lo abbiamo sostanzialmente semplificato per renderlo comprensibile anche a Calderoli (che altrimenti comincia a dare di matto e giocare con l'accendino).

Primo. Islamizzazione di Milano. I cristiani stanno diventando una minoranza, è bene prenderne atto. Anni di storia hanno dimostrato la nostra grande professionalità nel cambio di bandiera all'occorrenza. Organizziamoci per tempo. Proclamiamoci musulmani e poi facciamo come al solito: partecipazione alla messa solo per i matrimoni, bestemmia libera, sesso pre-infra-post ed extra matrimoniale. Gli osservanti e gli integralisti, invece, saranno trasferiti a Bergamo. La città è già dotata di tutte le infrastrutture idonee a farli vivere e prosperare felici.

Secondo. Abbattimento di tutte le case e loro sostituzione con delle roulotte. Così ci sarebbe anche molto più spazio per le automobili che al momento sono costrette a divincolarsi in strade ingombre di futili palazzi.

Terzo. Ampliamento di poteri al Sindaco. Il mandato degli elettori conferisce un potere illimitato a chi viene eletto. Questo almeno e quello che scriveranno i testi di Giurisprudenza dell'anno prossimo. Tanto vale portarsi avanti.

Quarto. Abolizione dell'Ecopass.Tutti i cittadini (eccetto Umberto Eco) potranno tornare ad accedere con la macchina o altro mezzo semovente (cingolato o meno) all'interno del centro storico e dei monumenti in esso contenuti.

Quarto bis. Istituzione del "Pregopass" per consentire ai cristiani rimasti dopo l'elezione del nuovo sindaco islamozingarostalinista di poter transitare liberamente per andare affanculo.

Quarto tris. Istituzione del "Batpass" per il figlio scemo della Moratti e del "SSpass" per i figli del dio Po.


Quinto. Inserimento della "Breccia di Pisapia" per i lettori del Misfatto. (Mentre leggete Breccia di Pisapia, formate una "C" con l'indice e il pollice della vostra mano destra, posizionatela orizzontalmente in direzione di un ipotetico interlocutore, adesso fate ruotare il polso da un lato e dall'altro in senso di "collegamento". Così dovrebbe far ridere).

Sesto. Abolizione di tutte le multe che riuscite a portarci, strisce blu solo nei parcheggi degli handicappati, un anno di calcio gratis sul digitale terrestre ed equo canone sulle escort.

[illustrazioni di Marco Tonus of course]



lunedì 9 maggio 2011

L'ultimo miracolo di papa Wojtyla: il LIBRO del BILE!


In un periodo così ricco di disgrazie ed eventi funesti non poteva certo mancare l'uscita di un libro scritto dai quei mentecatti (me compreso) dello ScaricaBile.

Si chiama "The Holy Bile - scritti e fumetti per masochisti dissidenti" e contiene scritti e fumetti (giusto per non deludere chi legge solo la copertina) inediti che vi faranno apprezzare il fatto di aver imparato a leggere.

Contiene voli pindarici e relativi schianti mortali al suolo di:
Daniele Fabbri, Pietro Errante, Jonathan Grass, Tabagista, Vladimir Stepanovic Bakunin, Eddie Settembrini,  Melissa P2, Blicero, G. , Ste e disegnate da Perrotta, Marco Tonus, Mario Gaudio, Flaviano Armentaro, Maurizio Boscarol, Mario Natangelo, Alessio Spataro, Andy Ventura.

Il prezzo è di 12 euro (spese di spedizione incluse). Maggiori informazioni su come acquistarlo le trovate qui. C'è anche un concorso per i più taccagni (pensiamo proprio a tutto).

Se non lo comprate, i terroristi avranno vinto.

sabato 8 gennaio 2011

we were soldiers. we are dust now.

Non è che voglia sembrare il solito cinico del cazzo, e non ho assolutamente niente contro l'ultimo (solo in ordine di tempo) dei militari morti in Afghanistan. Solo che, ogni tanto, uno arriva fino all'ultima parola di un articolo di giornale trattenendo a stento il vomito. Più del solito intendo. Il problema è che ormai sono diventato intollerante alle stronzate. Stronzate come la storia della "missione di pace" o dei "sacrifici per la pace". Sono dieci anni che gli americani hanno occupato l'Afghanistan e ancora a Kabul non si riesce a trovare un McDonalds. Sono allibito. Più di quanto non lo sia La Russa di fronte ad uno specchio.
Alcune precisazioni per quelli rimasti distratti dall'ultima eclissi del Tg1: in Afghanistan si svolgono quotidianamente operazioni di guerra. Lo dico per quelli che ancora credono che i miliari della NATO vadano in giro casa per casa come i presentatori della Folletto, mostrando alle casalinghe afghane le favolose qualità dell'ultimo modello di democrazia ciclonica senza sacchetto. Secondo: un soldato muore in guerra perché è il suo lavoro. Non è una cosa inaspettata, improvvisa, sconvolgente. Quando uno si arruola, e ha anche lo sghiribizzo di andarsene in missione, si prefigura (o almeno dovrebbe, se ha terminato con profitto la 5° elementare) l'ipotesi che qualcun'altro, dello schieramento avverso, prima o poi, gli possa sparare addosso o piazzare una mina sotto al culo. Altrimenti a cosa sarebbero servite tutte quelle ore ed ore di addestramento passate ad esercitarsi con il fucile d'assalto e a subire atti di nonnismo? Non di certo a diventare imbattibile ad Halo. Fare il soldato è  un po' come fare la puttana.  Passi molto tempo a camminare su e giù per una strada, puoi masticare la gomma con la bocca aperta, e vai a dormire ogni sera in un posto diverso. La paga è buona ma devi mettere in preventivo anche qualche rischio. Ad esempio puoi beccarti una mina o una malattia venerea. (Per le puttane niente mine ma rischiano che gli venga in bocca un parlamentare).
Quello che voglio dire è che per un soldato, essere colpito a morte da un cecchino o venire spappolato da una mina è tutto tranne che un cazzo di incidente sul lavoro. Un soldato non è Yossuf il carpentiere in nero che vola giù da un'impalcatura nel bergamasco. E non è nemmeno Giuseppe l'operaio che brucia vivo dentro una acciaieria che taglia sui costi della sicurezza.Il soldato è un mestiere che se la parola evoluzione della specie umana significasse davvero qualcosa, non dovrebbe più esistere. Per essere una specie veramente evoluta dovremmo avere meno soldati e più trombettisti jazz. Pensateci un attimo: il ministro La Russa che dice in tv: "abbiamo dovuto aumentare il contingente  italiano di trombettisti jazz di altre 500 unità perché non riuscivamo a far arrivare le note di 'blue in green' fino alle vette dell'Hindukush".
Un ultimo pensiero lo dedico all'arcivescovo Vincenzo Pelvi e al suo meraviglioso intervento fatto durante la funzione funebre. Il buon Pelvi, ha detto: "Molti chiedono perché ci ostiniamo ad esporci in terre così pericolose, ma allora non si potrebbe rimproverare anche a Gesù di aver cercato la morte, affrontando deliberatamente coloro che avevano il potere di condannarlo?"
Caro arcivescovo, cosa dire di questo suo sublime parallelismo? Un "vada affanculo", forse, non è all''altezza di cotanta eloquenza. Da semplice appassionato di capelloni dalle idee rivoluzionarie e pacifiste, mi permetto di far notare che mi risulta difficile ipotizzare che Gesù abbia mai pensato ad una "missione di pace" in mimetica e M4. Nonostante ciò sono  abbastanza sicuro che, se fosse vivo ai nostri giorni, il mite e amorevole Gesù avrebbe sicuramente fatto un'eccezione alla sua filosofia dell'amore per venire da lei, caro arcivescovo, e infilarle un cammello su per il culo. Perché è più facile che un cammello passi attraverso il culo dell'arcivescovo Pelvi che la gente cominci a dire basta alle guerre.
Peace. Always.
[illustrazione di Mario Perrotta]

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