venerdì 19 febbraio 2010

L'uomo che sussurrava ai cavalli

Fonte: repubblica.it
“Le intercettazioni non sono prove”, eppure sono alla base di una “condanna mediatica” le cui vittime pagano già “la loro pena davanti alla società”, prima del verdetto dei giudici. “Basta con la gogna mediatica prima delle elezioni” ha aggiunto. “Le intercettazioni - ha sottolineato Minzolini - sono strumenti di indagine, non sono prove, e lo sanno bene anche i magistrati. Al telefono si usa un linguaggio diverso rispetto a quello che si userebbe davanti a un pubblico ufficiale, ma non si può condannare una persona per un aggettivo se non c’è una prova”. Questo, tuttavia, “non accade in virtù di una sorta di condanna mediatica - ha aggiunto il direttore del Tg1 - che deriva dalla pubblicazione delle intercettazioni. E il condannato mediatico, se pure dimostra la sua innocenza davanti a un tribunale, la sua pena la sconta già davanti alla società. Cosa che può accadere anche a Bertolaso”.

Minzolini strikes again. A volte penso: ma quanto cazzo spende Minzolini in mentine per l'alito?

No, perché in otto mesi questo è il sesto "messaggio alla nazione" dello slinguazzatore seriale. Fossi in Berlusconi non mi stupirei ad avere i reumatismi al fondoschiena. No fossi in Berlusconi mi ucciderei (cit.)
E non venitemi a dire che Berlusconi non c'entra, perché ricordiamo che le altre volte che Minzolini si è messo davanti ad una telecamera (vestito) è stato per la censura sui festini di Palazzo Grazioli, per il 'mi dissocio' dalla manifestazione per la libertà di stampa, per le 'minchiate' del pentito Spatuzza, per il clima d'odio e i cattivi maestri dopo 'l'attentato' di Tartaglia e dulcis in fundo per la santificazione di Craxi.

Stavolta c'è da spegnere l'incendio nelle mutande di Bertolaso, ovvero lo scandalo della protezione civile. Il TG1, dopo la solita accurata selezione delle notizie, si è prima premurato di leggere la lettera delle figlie di Bertolaso, una declamazione così toccante che la escort brasiliana non si commuoveva, e poi con l'ormai consueto sproloquio dell'Augusto nazionale. Guardacaso il suo faccione appare proprio dopo che il declamatore della lettera ha pronunciato la parola "vergogna". Il caso ha un notevole sense of humor.

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